Nelle scuole s’insegnerà per «grandi temi» trasversali a diverse discipline non più per singoli soggetti. Così i ragazzi possono imparare a risolvere i problemi.
Riprendiamo un articolo di Emanuela Di Pasqua su Corriere.it
«Teaching by subject» o «teaching by topic»? Insegnare per materie o per argomenti? Questo è il dilemma della Finlandia, che alla fine ha optato per la seconda opzione attraverso alcune esperienze davvero pionieristiche, tra le quali quella della Siltamaki primary school di Helsinki.
La rivoluzione è copernicana: non si impara la matematica per risolvere problemi, ma si incontrano problemi (di varia natura) che ci inducono a imparare la matematica.
Insomma, prima i problemi e poi le soluzioni.
Prospettiva rovesciata
La Finlandia, con le performance matematiche dei suoi studenti in vetta alle classifiche, intende sovvertire completamente tutti i parametri, rovescia le prospettive di insegnamento, abolisce le vecchie materie e introduce gli argomenti, estendendo il metodo di insegnamento alla geografia, alla storia e alle lingue.
Ingredienti imprescindibili per abbracciare una tale rivoluzione sono: un approccio ludico, lezioni meno frontali, un ambiente cooperativo ed un modo nuovo di pensare.
Serve una testa ben fatta che è diversa da una testa piena, parafrasando Edgar Morin.
Argomenti contro materie
Oltre all’interdisciplinarietà, oltre alla logica dei collegamenti tra materie, oltre ogni schema di scuola, dove le varie protagoniste indiscusse del calendario della settimana sono sempre state le materie.La Finlandia gira pagina e ancora una volta questa nazione che ha saputo assumere in pochi anni la leadership dei sistemi scolastici di tutto il mondo, si trova a trainare una vera e propria rivoluzione del concetto stesso di scuola.
In un sistema che già rappresenta una delle migliori scuole al mondo spariranno le materie come scienze, matematica o letteratura, e saranno sostituite dai grandi temi che verranno a loro volta analizzati attraverso un approccio multiplo.
Prima la questione, il tema caldo, l’argomento. E poi lo studio attraverso varie lenti e differenti approcci.
Vediamo nel concreto di cosa parliamo con due esempi: l’Unione Europea. Questa sarà l’erede di una materia che prima poteva essere di volta in volta la storia, la geografia, il diritto o l’economia: oppure l’argomento «Servizi di mensa» potrebbe essere la grande categoria, che prevede poi elementi di medicina e dietologia, lingue, cultura eno-gastronomica, geografia e persino matematica.
Sarà l’argomento, protagonista della lezione, il punto di partenza per arrivare agli approcci con cui studiarlo (e non viceversa), sovvertendo completamente il paradigma di catalogazione.
Eccellenza mondiale
Quarant’anni fa il sistema scolastico finlandese era mediocre, modellato su quello tedesco, e contemplava una breve scuola primaria alla fine della quale pochi andavano al liceo-ginnasio, la maggioranza andava a lavorare e una piccola parte poteva ricevere una formazione professionale di un paio d’anni. Nel 1972 si decise di riformare totalmente il sistema scolastico adottando il modello scandinavo che prevede un modello a due livelli: una scuola di base unica, di nove anni, e un insegnamento secondario superiore corto di tre anni.
L’indagine PISA da anni giudica i giovani studenti finlandesi tra i migliori al mondo e i motivi non sono solo imputabili alla riforma scolastica, ma a una pluralità di fattori: nel dopoguerra la Finlandia ha optato per una conversione profonda, trasformando in pochi anni la sua struttura industriale e produttiva in una struttura imperniata sugli investimenti nel settore della conoscenza e la trasformazione è stata radicale. Inoltre con i suoi 5 milioni abbondanti di abitanti questa nazione è riuscita a pilotare la politica scolastica con maggiore sensibilità, a fronte dei suoi numeri certamente ridotti.
Infine gli insegnanti sono formati con grande professionalità e passano attraverso un iter ambizioso e lungo, mentre la vecchia guardia è ormai andata in pensione.