Per fortuna di tutti si avvicina finalmente il giorno della prima campanella e del ritorno a scuola per tutti gli studenti, che per la cronaca non entrano in classe da oltre 6 mesi…
Purtroppo come spesso accade quando si parla di scuola, tutto diventa un pretesto per fare polemica e quindi in questi giorni sui media nazionali o locali, tradizionali o digitali, lo scontro è totale sui banchi monoposto a rotelle.
Naturalmente non vogliamo entrare nella polemica ma vogliamo soltanto comunicare e condividere ciò che abbiamo deciso per la scuola Media internazionale.
Le nostre aule non hanno mai avuto banchi monoposto tradizionali, e in realtà non abbiamo neanche le cattedre, ma avevamo un unico “grande banco” intorno al quale gli alunni, e i docenti, hanno potuto sviluppare un apprendimento maggiormente attivo e collaborativo rispetto alla didattica tradizionale.
La pandemia da Covid-19 ci costringe a fare dei cambiamenti ma non ci costringe a modificare i principi di didattica innovativa che abbiamo perseguito fino ad oggi, a cui non vogliamo di certo rinunciare.
Abbiamo scelto di dotarci dei banchi monoposto a rotelle, e non era un obbligo, per un semplice motivo: a nostro avviso ci consentiranno di continuare a sviluppare la didattica basata su metodologie attive quali “Debates”, “Flipped Classroom” e tutte le dinamiche legate al cooperative learning.
Riteniamo che i banchi siano un semplice strumento, e non un fine, che il modo in cui si arreda e si organizza lo spazio influenzi l’apprendimento e le relazioni e sia condizione necessaria per una scuola attiva.
Riteniamo che la scuola debba essere un luogo di apprendimento e non di insegnamento, dove gli alunni non debbano stare seduti per cinque ore ad ascoltare la maestra o fare esercitazioni e dove movimento, personalizzazione e lavori di gruppo non debbano mai mancare...
Rispetto agli effetti della pandemia sulla scuola, dobbiamo però ammettere che invece di leggere fiumi di parole sul mobilio scolastico, avremmo voluto vedere più confronti ed approfondimenti su “l’alunno” scuola post Covid-19.
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