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La Didattica Digitale Integrata può essere considerata una risorsa, se utilizzata in modo costruttivo

Gli studenti delle scuole superiori, anche nelle zone gialle e arancioni, non torneranno a scuola in presenza al 100%.

A questo proposito, su La Repubblica, interviene la sociologa Chiara Saraceno: “La didattica mista non è sicuramente un dramma, se organizzata bene dal punto di vista del ritmo temporale (meglio alternarla durante la settimana, invece che settimanalmente) e soprattutto dal punto di vista didattico”. E ancora: “Si faccia in modo che la didattica in presenza non si riduca a verifiche a raffica e a corse a finire il programma. Che gli insegnanti si prendano il tempo per ascoltare i loro studenti, per riflettere con loro sull’esperienza di questi mesi, magari anche per fare con loro attività che sono venute del tutto meno in questo lungo anno: laboratori, lavori di gruppo, visite a un museo, incontri con artisti o con persone che possono aiutare la comunicazione e l’auto-riflessione. Non sarà tempo perso, al contrario”.

Oggi i docenti usano la Didattica Digitale Integrata in questo modo:

  • lezione magistrale online: gli studenti ascoltano passivamente la lezione;
  • lezione in presenza: verifica e interrogazioni.

Al Liceo Internazionale Quadriennale abbiamo scelto di variare (il fatto di avere classi volutamente poco numerose ci ha comunque permesso di svolgere molte lezioni in presenza) e abbiamo usato la DAD per organizzare lavori di gruppo. La piattaforma Teams, infatti, ci dà la possibilità di dividere il gruppo classe in stanze di 4-5 persone. Le edizioni digitali dei libri di testo permettono anche oggi di condividere del materiale e fare delle lezioni interattive.

DidatticaDigitaleIntegrata
*Un esempio di come viene utilizzata la Didattica Digitale Integrata al LIQ.

La didattica in presenza serve a misurare l’apprendimento, certo, ma non sempre sotto forma di verifica o interrogazione. Controllare semplicemente il quaderno e gli appunti dei ragazzi è anche molto rivelatore della loro comprensione della lezione, quindi anche del loro possibile rendimento. Inoltre non è corretto affermare che la DAD non permette di verificare l’apprendimento. Sottoporre gli studenti, ad esempio, ad un test veloce alla fine della lezione per verificare il livello di ascolto, è un metodo valido anche in tempo di DAD.

La Didattica Digitale Integrata ci ha quindi dato più strumenti di apprendimento a condizione di saperli usare. Ci ha permesso di variare le tipologie delle lezioni. Se è vero che il rapporto umano è fondamentale fra il docente e i suoi alunni perché usare la lezione in presenza solo per interrogare? Perché, invece, non sfruttare il tempo della presenza per guidare gli studenti nell’apprendimento, l’autovalutazione e l’autocorrezione?

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